l nuovo approfondimento di RES Magazine è dedicato agli usi energetici delle biomasse. Abbiamo chiesto un parere ad esperti RSE, CNR ed ENEA per capire le prospettive di una fonte rinnovabile considerata matura che può costituire un’opportunità, in special modo per il nostro Paese, così ricco ad esempio di biomasse di origine forestale.
SFRUTTARE AL MEGLIO LE BIOMASSE PER UN’ITALIA CARBON NEUTRAL
Per Luigi Mazzocchi, responsabile del Dipartimento TGM (Tecnologie di Generazione e Materiali) di RSE, “con un approvvigionamento corretto della biomassa, utilizzando cioè prodotti di scarto del ciclo agro industriale o comunque ottenuti con un ciclo a bassissimo impatto ambientale, si arriva vicino all’obiettivo di un uso carbon neutral. Inoltre, la produzione di elettricità da biomasse è molto interessante perché ha un’alta produttività. Permette di sfruttare l’impianto in un range compreso tra 4-5 mila e 8 mila ore anno. Una bella quota rispetto alle 1.200 ore del fotovoltaico e alle 2.000-2.500 dell’eolico in Italia”.
Rimane lo scoglio dell’efficienza. La biomassa non è una fonte gratuita, se uso le biomasse per produrre solo elettricità con un’efficienza del 15-20%, il costo del chilowattora risulta abbastanza alto. Per questo il modello da applicare il più possibile – suggerisce Mazzocchi – è la cogenerazione: produrre energia elettrica da biomasse quando c’è un’adeguata domanda di calore.
LA VERSATILITÀ DELLE BIOENERGIE: APPLICAZIONI IN TUTTI GLI USI FINALI
La biomassa ha comunque un ampio ventaglio di applicazioni, spiega Vito Pignatelli, responsabile del Laboratorio Enea di Biomasse e Biotecnologie per l’Energia e l’Industria. È una fonte rinnovabile particolare perché è in grado di produrre energia per tutti gli usi finali, calore per riscaldamento, elettricità, biocarburanti per i trasporti. Le bioenergie danno un contributo importante, pari all’8,7-8,8% dei consumi energetici nazionali, e sarà così anche per il futuro. Pignatelli sottolinea che tutta una serie di tecnologie mature, industriali, diffuse e disponibili, “sono in grado di utilizzare come materie prime una vastissima gamma di biomasse, sia residuali (scarti e residui dell’agricoltura, liquami zootecnici, sottoprodotti agroindustriali, frazione organica dei rifiuti urbani), sia provenienti da culture dedicate”. Lo zoccolo duro – aggiunge Pignatelli – resta ancora l’uso del legno per il riscaldamento con sistemi purtroppo troppo spesso a bassa efficienza e alto inquinamento, problema che può essere superato utilizzando combustibili più adatti e iniziando a sostituire i vecchi impianti obsoleti con generatori di calore efficienti e moderni.
BIOENERGIE FNDAMENTALI SOPRATTUTTO NEI TRASPORTI
C’è poi la partita dei trasporti. Per Riccardo Chirone, direttore del nuovo istituto STEMS del CNR, specializzato nell’ambito delle Scienze e tecnologie per l’energia e la mobilità sostenibili, le bioenergie possono giocare un ruolo fondamentale per il sistema energetico nazionale: “La disponibilità di materiali organici di scarto è oggi elevata e poco valorizzata. La produzione di biocarburanti e biometano da tali materiali assicura la decarbonizzazione e la rinnovabilità degli approvvigionamenti energetici, permette di usare infrastrutture esistenti ed ampiamente distribuite sul territorio, riduce la dipendenza da grandi multinazionali straniere ed aumenta la resilienza del sistema energetico nazionale, fondamentale soprattutto nei momenti di emergenza come quello che stiamo vivendo a causa della pandemia da Covid-19″